Ciò che succede adesso con fegato e rene, sarà possibile anche con polmone, intestino e pancreas. Infatti, è stata definitivamente approvata in Senato la normativa per il trapianto parziale di questi tre organi tra esseri viventi. Ora la legge, la quale è un'ulteriore deroga all'articolo 5 del codice civile, ossia quello che vieta di disporre del proprio corpo quando vi sia una diminuzione permanente dell'integrità fisica, dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. “Solo allora”, comunica Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, entusiasta del lavoro del Parlamento, “il Consiglio superiore di sanità potrà mettere a punto, ascoltando anche le indicazioni del Cnt, un regolamento attuativo specifico e i criteri a cui dovranno rispondere i centri che vorranno ottenere l'autorizzazione per questo tipo di interventi”. Per questa operazione sarà necessario qualche mese e poi il Ministero della Salute (o il Ministero insieme alle Regioni, ancora non è chiaro) potrà rilasciare le autorizzazioni ai centri ritenuti idonei, e dare dunque il lasciapassare a questa procedura.
Nel caso del trapianto di polmone coloro che ne trarreranno più vantaggi saranno i bambini colpiti da malattie genetiche come la fibrosi cistica, per motivi soprattutto dimensionali. Cosa vuol dire lo spiega Nanni Costa, usando parole molto semplici che chiariscono il succo del discorso: “la porzione di polmone che può essere espiantata senza creare un danno al donatore è abbastanza piccola, anche perché diversamente dal fegato questo organo non ricresce. Chi può trarre beneficio da una porzione piccola è principalmente un bambino, al quale questo intervento però può salvare la vita”. Evidenzia il direttore del Centro Nazionale Trapianti che tali interventi potranno non essere moltissimi, tuttavia saranno sicuramente molto significativi. I pazienti in lista d'attesa per un polmone, infatti, devono solitamente aspettare all'incirca due anni e mezzo prima di ricevere un organo e molti non sopravvivono all'attesa: la mortalità tra i bambini in lista d'attesa, per esempio, è fissata sul 15 per cento.
fonte: http://www.galileonet.it/articles/50532298a5717a59f700002a