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21 febbraio 2012 2 21 /02 /febbraio /2012 02:46

E' morto alla veneranda età di 97 anni Renato Dulbecco, Premio Nobel per la Medicina nel 1975 per le scoperte sulle interazioni fra virus tumorali e il materiale genetico della cellula. Ne dà notizia il Consiglio nazionale delle ricerche. Nato nel 1914 a Catanzaro, in Calabria, Renato Dulbecco si trasferisce con la famiglia prima in Liguria, quindi a Torino dove nel 1930, a 16 anni, si iscrive alla Facoltà di Medicina dell'Università di Torino, laureandosi nel 1936 con una tesi di Anatomia patologica con l'anatomo-biologo Giuseppe Levi. Nel 1943 partecipa alla Seconda guerra mondiale alla spedizione sul fronte russo sul Don. Conclusa la guerra abbracciando la lotta partigiana, diviene assistente di Levi ad Anatomia Patologica. Nello stesso tempo compie studi di Fisiologia, e si laurea in Fisica, facoltà che frequenta dal 1945 al 1947. Nel 1947 lascia l'Italia per gli Stati Uniti, chiamato dal biologo Salvatore Luria all'Università di Bloomigton, nell'Indiana. E' la svolta della sua vita. Qui Dulbecco studia nei 'fagi', virus batteriofagi, i meccanismi cellulari che riparano il Dna quando è danneggiato da radiazioni.

dulbecco.jpg

Chiamato al California Institut of Technology, dove diventa professore ordinario, nel 1955 riesce ad isolare il primo mutante del virus della poliomelite, che servirà a Albert Sabin per la preparazione del vaccino, e nel 1960 inizia ad interessarsi alla ricerca oncologica. Nel 1972 Dulbecco si trasferisce dagli Stati Uniti a Londra, all'Imperial Cancer Research Fund, dove continua gli studi di oncologia. Per questi studi e "per le sue scoperte in materia di interazione tra virus tumorali e materiale genetico della cellula" nel 1975, insieme a David Baltimore e Howard Temin, gli viene conferito il Premio Nobel in Medicina. Tornato negli Stati Uniti, al Salk Institute di La Jolla, in California, nel 1986 lancia la sua ultima grande impresa: identificare tutti i geni delle cellule umane e il loro ruolo, in modo da comprendere e combattere concretamente lo sviluppo del cancro. È il Progetto Genoma, allargato poi a tutto il mondo come progetto di collaborazione internazionale al quale Dulbecco ha lavorato negli ultimi anni per conto del Cnr. Nel 1999 ha presentato il Festival di Sanremo insieme a Fabio Fazio e Laetitia Casta. Dulbecco è morto oggi all'età di 97 anni.

FONTE: http://notizie.virgilio.it/cronaca/e--morto-renato-dulbecco-premio-nobel-per-medicina-nel-1975_163441.html

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20 febbraio 2012 1 20 /02 /febbraio /2012 02:42

Gli operatori italiani cominciano a scaldare i motori della quarta generazione di rete mobile, l'Lte (Long term evolution), che promette velocità fino a 100 Megabit su internet e che è già realtà negli Usa e in Germania. L'obiettivo è fare il primo lancio al pubblico già a fine anno. Così adesso le sperimentazioni entrano nella fase finale. Domani Telecom Italia ne avvierà una aperta al pubblico, a Torino. Presso il punto vendita Tm di via Lagrange 20 a Torino, fino al 22 febbraio allestirà postazioni per provare le chiavette Lte a 100 Megabit, per fare video streaming HD, video on demand, navigare su internet. Presto anche in altre città. Comincerà a Torino anche la sperimentazione di Vodafone, ma nello stadio e a partire dal primo marzo. Proseguirà nel corso del 2012 arrivando ai principali impianti sportivi italiani. La sperimentazione Vodafone sarà quindi molto più estesa di quella Telecom, anche se in questa prima fase non sarà aperta a chiunque: durante tutti i principali eventi calcistici della stagione, permetterà infatti a gruppi selezionati di clienti ("utenza amica") di accedere gratis alla connessione Lte. Significa che gli operatori hanno cominciato a mettere a punto la nuova rete mobile e cioè hanno montato la nuova tecnologia su alcune antenne, sfruttando, laddove già possibile, le nuove frequenze  aggiudicate all'asta a fine 2011. 

QUATTRO-G.jpg

Si sa che per l'Lte gli operatori italiani utilizzeranno le frequenze 1.800 MHz, 2.600 MHz e, soprattutto, 800 MHz. Queste ultime non sono state però ancora liberate dalle tv locali e sono anche le più pregiate, perché consentono di coprire vasta parte del territorio con un numero ridotto di antenne. La data di lancio Lte di Tim, Wind e Vodafone dipende insomma da quando le tv le libereranno; anche se il precedente governo ha imposto loro di farlo entro dicembre 2012, fino all'ultimo non si può mai dire: qualche intoppo potrebbe ancora emergere, dato che le tv locali hanno sempre giudicato inadeguato il rimborso che otterranno dallo Stato per quelle frequenze. Al netto di questa incognita, gli operatori hanno già annunciato le proprie intenzioni. "Partiremo con l'Lte a inizi 2013, ma forse anche prima", ha detto Oscar Cicchetti, direttore strategy di Telecom. "Cominceremo a offrire l'Lte nelle principali città nel 2012, ma il lancio di massa sarà nel 2013", aggiunge Stefano Parisse, direttore strategy e new business di Vodafone Italia. "Partiremo nel 2012, con l'obiettivo di coprire le principali città nel 2013", dice Maximo Ibarra, direttore business unit consumer di Wind. La 3 Italia fa un po' eccezione perché non ha preso frequenze 800 MHz e quindi punterà di più e tutto sulle 1.800 e 2.600 MHz; così farà il lancio senza dubbio entro fine 2012, come già annunciato...(CONTINUA)

di alessandro longo (da Repubblica)

FONTE: http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/02/15/news/vodafone_telecom_test_lte-29948219/

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18 febbraio 2012 6 18 /02 /febbraio /2012 19:40

Sacchetti in falsa bio-plastica, buste riciclabili e shopper con additivi. Nei supermercati circola di tutto: a un anno dalla legge che ha messo al bando le vecchie buste di plastica usa e getta regna ancora molta confusione. Perciò il governo è intervenuto con un decreto legge (il 2/2012) che fissa i criteri di biodegradabilità. D’ora in poi una busta può essere definita biodegradabile solo se è compostabile secondo la norma europea EN13432. Dev'essere in grado di trasformarsi in compost, un fertilizzante naturale simile all’humus. Il decreto vieta i sacchetti con aggiunta di additivi e prevede multe da 2500 a 25000 euro per i trasgressori. Le buste di plastica tradizionali si possono ancora produrre, purché abbiano un certo spessore e siano riutilizzabili. 

sacchetti_bio.jpg

Il decreto-legge emanato dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini aggiorna il divieto di commercializzare le vecchie buste in polietilene, introdotto il primo gennaio 2011. Con il provvedimento, già previsto nella Finanziaria 2007 ma entrato in vigore solo quattro anni più tardi, l’Italia si è adeguata alle altre nazioni che da tempo avevano vietato gli involucri inquinanti. La norma, tuttavia, non è stata seguita dai decreti attuativi che avrebbero dovuto fissare le modalità con cui realizzare il passaggio alle buste ‘bio’. Così i cambiamenti sono stati affidati solo alla buona volontà dei negozianti sensibili al tema ambientale...(CONTINUA)

di erika tomasicchio (KataWeb)

FONTE: http://canali.kataweb.it/kataweb-consumi/2012/02/18/sacchetti-di-plastica-giro-di-vite-contro-i-finti-bio/

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18 febbraio 2012 6 18 /02 /febbraio /2012 19:31

Non è solo questione di pannolini, di lavatrici equamente divise, o di favole da leggere pazientemente la sera, finché non arriva il sonno, i bambini dormono, la luce si abbassa e in casa entra la quiete. È tutto questo, e molto di più. Nel nostro paese è in atto da tempo, silenziosamente, una rivoluzione della paternità. E dunque della coppia. In un sentiero che dalla asimmetria conduce alla simmetria.  Perché c'è una generazione di uomini - hanno tra i 30 e i 35 anni, vivono nel Centro Nord, hanno buoni titoli di studio, compagne che lavorano e figli molto piccoli - che sta scoprendo e sperimentando giorno dopo giorno un nuovo modo paritario, interscambiabile, concreto e fisico di essere padri, e naturalmente mariti e compagni. Padri "high care", collaborativi, partecipi, insomma quasi "perfetti", così li ha definiti in uno studio appena pubblicato sull'Osservatorio Isfol una giovane sociologa, Tiziana Canal, ricercatrice all'università Carlos III di Madrid. Tracciando un vero e proprio identikit statistico di un genitore (maschio) che per la prima volta, nell'88% dei casi non soltanto gioca con i figli, ma li accompagna a scuola, li lava, li veste, cucina per loro, li accudisce insomma, in una simmetria di ruoli finora quasi sconosciuta in Italia. E poi comunque fa la spesa (68,3%), aiuta nelle faccende domestiche (37,5%) e ogni sera mette a letto i propri bambini (25%). Dati che a leggerli bene raccontano anche quanto sono cambiati i sentimenti e le leggi dell'amore all'interno di una coppia, e quanto, anche, l'esplosione dei canoni tradizionali del lavoro stia mutando per sempre la struttura delle giovani famiglie. 

nuovi_papa.jpg

"Se non c'è Veronica ci sono io, e se non ci sono io c'è Veronica - racconta Guido Forti, geologo con lavori a progetto, marito di Veronica, ricercatrice di Fisica - e soltanto così riusciamo ad occuparci, bene, di Guia, che ha 5 anni, e di Antonio che ha 24 mesi. Non ho mai pensato che i figli o la casa dovessero essere "appannaggio" di mia moglie, che in questa fase lavora e guadagna più di me. Occuparsi di Guia e Antonio è un lavoro da pazzi, senza baby sitter e con i nonni lontani, ma lo faccio fin dai loro primi giorni di vita, e per me è naturale. Questo non vuol dire che sia facile. Però è straordinario. E se non avessi vissuto le notti insonni e i cambi di pannolini, forse oggi non avrei questo rapporto così felice con i miei figli". Anche se, è il caso di dirlo, dietro questo cammino verso la "simmetria" che riguarda comunque in Italia una giovane avanguardia di coppie, c'è il costante, paziente e deciso lavoro delle donne. E questa è infatti la tesi dello studio "Paternità e cura familiare" di Tiziana Canal, che ha basato la sua indagine, e dunque il ritratto dei "padri high care" contrapposti ai "padri low care", su seimila interviste a donne tra i 25 e i 45 anni. Dove ciò che emerge è che questi padri e mariti "high care", sono prima di tutto compagni di donne che lavorano e hanno alti titoli di studio...(CONTINUA)

di maria novella de luca (Repubblica)

FONTE: http://www.repubblica.it/cronaca/2012/02/16/news/pap_perfetti-29968225/

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18 febbraio 2012 6 18 /02 /febbraio /2012 19:22

"La fretta e la tensione della vita moderna sono alla base dell'insonnia" scriveva il British Medical journal. Era il 1894, luce artificiale e libri erano accusati di disturbare il riposo dei bambini. E il nostro rapporto col sonno stava imboccando una china ripida. Se già un secolo fa ci si lamentava per la mancanza di sonno, oggi le notti dei bambini si sono accorciate di altri 73 minuti. Lo hanno calcolato tre ricercatrici dell'università dell'Australia del sud ad Adelaide, preoccupate per il restringersi di una coperta - quella del riposo notturno - che avanza sempre più. E che pur essendo imputato alla vita moderna, è un fenomeno iniziato in realtà più di un secolo fa. Le studiose guidate da Lisa Matricciani hanno ripescato dagli archivi medici tutti gli studi relativi a sonno e bambini: ore consigliate, disturbi più diffusi, durata effettiva del riposo. 

bimbi_riposo.jpg

Da 300 resoconti hanno estratto i contorni di un fenomeno che procede inesorabile: la colonizzazione del tempo notturno che un secolo fa era imputata ai libri, poi fu attribuita alla radio ed ora vede come accusati internet, telefonini e tv.  I 73 minuti citati dallo studio pubblicato su Pediatrics sintetizzano quanto si è accorciata la notte dei bambini e dei ragazzi fra 0 e 18 anni. Rappresentano il valore medio di tutte le età, anche se nella realtà il sonno consigliato dai medici varia fra le 16 ore delle prime settimane di vita alle 8-9 ore dei 18 anni. Messi tutti insieme, i ragazzi del 1897 dormivano poco più di 10 ore e 20 minuti a notte, mentre oggi il riposo complessivo si è ridotto a 9 ore e 10 minuti...(CONTINUA)

di elena dusi (Repubblica)

FONTE: http://www.repubblica.it/salute/2012/02/15/news/bambini_dormono_meno-29906430/

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18 febbraio 2012 6 18 /02 /febbraio /2012 04:10

pinoscottovideo

http://vimeo.com/36979854     link     Pino Scotto sulla recessione e sui Primus

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16 febbraio 2012 4 16 /02 /febbraio /2012 18:33

pinovimeo.jpg

http://vimeo.com/36893292     link     Pino Scotto parla di Rainbow Belize e San Valentino

 

http://vimeo.com/36893119     link     Pino Scotto su Gianni Leone (Leo Nero)

 

http://vimeo.com/36875183     link     Pino parla con una mamma e poi sfotte Gerry Scotti

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14 febbraio 2012 2 14 /02 /febbraio /2012 22:04

Ecco il carcere della solitudine

Dimenticatevi i materassi a terra, gli asciugamani alle inferriate per soffocare l’alito rovente del caldo o i maglioni indossati come coperte, uno sopra l’altro, per sfuggire al freddo. Dimenticatevi le crisi d’ansia e i ricoveri, le processioni infinite in infermeria e gli atti di autolesionismo. Dimenticatevi le carceri italiane con il loro carico di sofferenza e disonore. Esiste un penitenziario, a pochi chilometri da Rimini, dove il pranzo si ordina al ristorante e dove il nemico peggiore è la solitudine. E’ il carcere dei Cappuccini, stato di San Marino, per la maggioranza dell'anno un solo ospite. Attualmente l’unico detenuto della Repubblica è un trentenne incarcerato il 24 gennaio per una brutta storia di maltrattamenti e violenze in famiglia. Deve scontare un anno e potrebbe trascorrere i suoi giorni dietro le sbarre senza incontrare anima viva, eccezion fatta per avvocati, visitatori e gendarmi. Fino a oggi lo spazio dell’ex convento è stato tutto suo: due piani e sei celle alle quali si deve il soprannome con cui è apostrofato dai carcerati della vicina Italia: Seychelles. 

sanmarino_carcere.jpg

E’ un po’ difficile ammazzare il tempo, ma c’è sempre la biblioteca, una piccola palestra, il cortile, la sala tv,  il cucinotto e la sala pranzo in cui ogni giorno gli vengono serviti i pasti, ordinati al vicino ristorante.  L’isolamento forzato dell’unico detenuto aveva rischiato di andare in frantumi prima ancora di cominciare: colpa di un italiano arrestato per furto e danneggiamento il 10 gennaio, ma la giustizia è stata più veloce rimettendolo in libertà una settimana dopo, una manciata di giorni prima che la sua condanna diventasse esecutiva. Proprio oggi è atteso un nuovo detenuto, si soffermerà per un breve periodo. Capita di tanto in tanto, ma non dura mai molto. Ad esempio, nel 2010, il Carcere dei Cappuccini ha ospitato sette detenuti, sei uomini e una donna per un totale di 83 giorni di detenzione. In pratica il carcere è rimasto vuoto per la maggioranza dell’anno. Nel 2009 era andata decisamente peggio: 14 detenuti, 13 uomini e una donna, per un totale di 743 giorni. Nel 2008, anno horribilis - si fa per dire - del carcere sanmarinese, erano transitati nelle sei celle 12 uomini e una donna per un totale di 939 giorni dietro le sbarre...(CONTINUA)

FONTE: http://www.mondopenitenziario.it/1/l_unico_detenuto_di_san_marino_ecco_il_carcere_della_solitudine_5948123.html

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14 febbraio 2012 2 14 /02 /febbraio /2012 21:07

Procedura semplificata e più veloce

In futuro cambiare cognome sarà più semplice e veloce. Sarà il prefetto l’organo competente per l’intera procedura. Riceverà la richiesta di cambiamento e deciderà se accogliere l’istanza. Rispetto alla procedura attuale, che prevede un iter complesso, con uno scambio di carte fra prefettura e ministero di circa tre anni, la semplificazione è sensibile. Le istanze di modifica del cognome riguardano, solitamente, i cittadini il cui cognome è fonte di disagio sociale, oppure alle donne divorziate o vedove risposate per aggiungere il nome del nuovo marito. Spesso le richieste di cambiamento interessano quanti aspirano ad acquisire un nome d’arte. La semplificazione è applicabile anche a chi vuole aggiungere il cognome materno a quello paterno. Istanze in continua crescita, nel 2011 sono state oltre 400.

cambiare_cognome.jpg

Vediamo in sintesi la possibile nuova procedura.

1) Domanda: istanza da presentare al prefetto del luogo di residenza, che istruisce la procedura e la manda al ministero dell’Interno.

2) Il ministero esamina la pratica e risponde alla prefettura con decreto provvisorio...(CONTINUA)

FONTE: http://economia.virgilio.it/diritto/cambiare-cognome.html

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14 febbraio 2012 2 14 /02 /febbraio /2012 20:57

Bin Laden              11 Settembre             Al Qaeda            Jihad     

Osama Bin Laden non voleva che i suoi figli seguissero le orme paterne. "Andate in Europa o negli Stati Uniti e pensate a ricevere una buona educazione", ripeteva il capo di Al Qaeda alla sua numerosa prole. E soprattutto "Costruitevi una vita che sia nel segno della pace." Lo rivela in un'intervista al britannico Sunday Times l'ex cognato, Zakaria Al-Sadah, la cui sorella Amal era stata la quinta moglie di Osama, ucciso il 2 maggio 2011 durante un raid dei Navy Seals nel suo compound di Abbottabad, in Pakistan.

osama_laden.jpg

Bin Laden, che dalle sue cinque o sei mogli aveva avuto tra i 20 e i 26 figli, non voleva dunque che i suoi eredi prendessero la via della Jihad, la sanguinosa guerra santa che per lui  era diventata una missione. Le parole del cognato confermano quanto emerso già pochi giorni dopo la morte del capo di Al Qaeda, quando il quotidiano del Kuwait Al Anbaa rivelò l'esistenza di un documento datato 14 dicembre 2001 (tre mesi dopo l'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre), scritto quando le forze americane avevano già iniziato a dargli la caccia in Afghanistan. 

Una sorta di testamento spirituale, firmato "Il vostro fratello Abu Abdullah Osama Muhammad Bin Laden", nel quale il leader di Al Qaeda ordinava alle sue mogli di non risposarsi e ai figli di non schierarsi tra le fila del suo gruppo terroristico e di non andare "al fronte", una volta che lui fosse rimasto ucciso. In quel documento, Bin Laden si sarebbe addirittura scusato con i figli per non aver potuto trascorrere con loro più tempo, a causa della sua devozione alla Jihad...(CONTINUA

di anna zippel (la Repubblica)

FONTE: http://www.repubblica.it/esteri/2012/02/12/foto/bin_laden_ai_figli_non_seguitemi_sulla_via_della_jihad-29754269/1/?ref=HREC2-23

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