Il termine “leadership”, oggi sempre più integrato nel nostro linguaggio comune, indica nella maggior parte dei casi l’operato di un individuo o di un gruppo dotato della capacità di guidare o influenzare altre persone all’interno di un determinato contesto.
Se vogliamo indagare sull’immagine del leader politico, abbiamo dapprima bisogno di definire cosa intendiamo con la parola “leader”. Dunque, il leader è colui che guida, colui che detiene l’abilità di farsi seguire dalle altre persone. Il termine viene spesso usato quando ci si riferisce al principale esponente di un partito, di un’organizzazione o di un movimento.
Nel campo delle scienze sociali, molteplici definizioni di leadership sono state formulate nel tempo e non vi è ancora oggi nessuna definizione su cui vi sia un accordo generale; tuttavia su un punto sembrano però concordare tutte o quasi le definizioni: nel considerare che la leadership nasce in situazioni in cui si devono prendere delle decisioni ed effettuare delle scelte di comportamento. In tali situazioni il leader è colui che ha la facoltà di decidere e che possiede gli strumenti necessari per far rispettare e accettare le proprie decisioni dagli altri membri del gruppo.
I concetti di leadership e di leader, appena delineati, suggeriscono che quest’ultimo eserciti il potere in modo autonomo e indipendente dalla volontà degli altri membri del gruppo. Si potrebbe dire che, in questo caso, il leader segue il proprio giudizio e si sente veramente responsabile soltanto davanti a sé stesso. Raramente però un leader riesce a conservare questa autonomia, dati i molteplici condizionamenti che operano su di lui per far valere altri punti di vista.
In una sorta di riflessione di stampo weberiano (da Max Weber), affermiamo che la legittimità di una leadership può essere determinata da tre elementi: dall’autorità della tradizione, la quale permette al leader di esercitare il potere senza regole, un potere reso forte dalla persistenza del rispetto di usi e consuetudini consolidati nel tempo, che vengono trasmessi da una generazione all’altra; dall’autorità della legge, la quale prevede che il leader legittimi le sue decisioni utilizzando un insieme di regole imparziali e universali, razionalmente formulate, che tutti gli individui sono tenuti rigorosamente a rispettare; dall’autorità carismatica, o del dono di grazia, che si fonda sulla dedizione e la fiducia personale che gli individui ripongono nel leader per il suo carattere eroico, o per altre sue qualità fuori dall’ordinario.