Sicuramente non avranno avuto le poltrone dei giorni odierni, ma i dentisti in Europa erano presenti già 6.000 anni or sono. A svelarlo è la scoperta di una mandibola con un dente otturato con cera d'api del periodo Neolitico, rinvenuta nei pressi di Lonche, in Slovenia. Stando ai ricercatori coordinatori da Giovanni Caldara, Federico Bernardini e Claudio Tuniz dell' Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (Ictp) di Trieste, i quali hanno svolto le analisi, infatti la cera d'api presente nel dente sarebbe stata inserita a scopi terapeutici, cioè per alleviare il dolore proveniente da una frattura dentale. Lo studio, cui hanno preso parte anche gli scienziati del Sincrotrone Elettra, del Museo di Storia Naturale e dell'Università di Trieste, della Sapienza Università di Roma, di Innova e della Seconda Università di Napoli, è stato pubblicato sulla celebre rivista scientifica 'Plos One'.
ll canino malato dell’Uomo di Lonche non è l’unico dente interessante rinvenuto sinora: sei anni fa da una necropoli neolitica in Pakistan furono estratti alcuni molari, le cui corone erano state incise da un dentista dell’epoca, mentre un dente artificiale – forse usato come protesi - è stato rinvenuto in un cimitero egiziano.
Adoperando metodologie di raggi X ad alta risoluzione, datazione al radiocarbonio, spettroscopia a infrarossi, e microscopia a scansione, gli scienziati sono riusciti a determinare che il dente appartenesse a un uomo di età compresa tra i 24 e i 30 anni vissuto circa 6500 anni fa. “Questa scoperta forse è la più antica testimonianza di pratiche dentistiche preistoriche in Europa e il più antico diretto esempio di otturazione terapeutica per alleviare il dolore rinvenuta finora”, ha dichiarato Bernardini commentando l'avvenuta ricerca. Anche se non la più antica in assoluto per quel che concerne le attività dentistiche, ha aggiunto Tuniz: “Evidenze di pratiche più precoci di questa sono state scoperte qualche anno fa in un cimitero vecchio di 9000 anni, in Pakistan”.
Il fossile – l'Uomo di Lonche, custodito nel Museo di storia naturale di Trieste - non è uno scheletro completo. Ciò che resta di lui è solo la porzione sinistra della mandibola, che porta ancora inseriti due premolari, i primi due molari e un canino, organi assai informativi se opportunamente analizzati.
fonte: http://www.galileonet.it/blog_posts/505c412ba5717a2b97000073