Pensare al futuro, per l'uomo d'oggi, generalmente significa prepararsi o preoccuparsi per quello che può accadere fra sei mesi (Israele attacca l'Iran per distruggere le centrali nucleari), fra due anni (l'economia mondiale ricomincia a crescere) o fra venti (la Cina è la nuova superpotenza planetaria). Ma nuovi studi stanno cercando di stabilire come sarà il nostro mondo non fra cinquant'anni e nemmeno tra un secolo o due, bensì fra 100mila anni: provando a immaginare, dati scientifici alla mano, che aspetto avremo, che lingua parleremo, dove vivremo, pressappoco nell'anno 102012. Raramente ci azzardiamo a guardare così lontano, anche perché l'esercizio ci spaventa: fra cambiamento climatico, pericolo di pandemie provocate da nuovi virus, rischio che un asteroide gigante colpisca la terra, il catastrofismo è talmente diffuso che preferiamo non immaginare un domani troppo distante, nel timore che non ve ne sarebbe affatto uno. Non per nulla la Global Catastrophic Risk Conference, tenuta a Oxford nel 2008, calcolava che gli esseri umani avevano solo il 19 per cento di probabilità di sopravvivere fino al 2100. Un simile pessimismo, avverte tuttavia il settimanale New Scientist, citando un crescente numero di pubblicazioni ed esperti, è prematuro, sbagliato.
La prima buona notizia, annunciata da scienziati della Long Now Foundation, creata a San Francisco con l'obiettivo di scrutare il futuro più remoto, è che fra 100mila anni ci saremo ancora. Reperti fossili suggeriscono che i mammiferi possono sopravvivere un milione di anni, e alcune specie dieci volte più a lungo: perché il mammifero più intelligente, l'Homo Sapiens, non potrebbe essere fra queste? Sulla base dei 200mila anni di esistenza umana sulla terra, Richard Gott, astrofisico della Princeton University, stima che vivremo altri 7 milioni e mezzo di anni. Disastri provocati da noi stessi (guerre termonucleari), nuovi killer virus pandemici (ce ne sono stati quattro nell'ultimo secolo) o l'eruzione di un super vulcano (ogni circa 50mila anni ce n'è una), potrebbero fare gravi danni, ma difficilmente farebbero scomparire 7 miliardi di persone distribuite su ogni angolo del pianeta...(CONTINUA)
di enrico franceschini (da Repubblica)
FONTE: http://www.repubblica.it/scienze/2012/03/12/news/uomo_100mila_dopo_cristo-31377894/