Sacchetti in falsa bio-plastica, buste riciclabili e shopper con additivi. Nei supermercati circola di tutto: a un anno dalla legge che ha messo al bando le vecchie buste di plastica usa e getta regna ancora molta confusione. Perciò il governo è intervenuto con un decreto legge (il 2/2012) che fissa i criteri di biodegradabilità. D’ora in poi una busta può essere definita biodegradabile solo se è compostabile secondo la norma europea EN13432. Dev'essere in grado di trasformarsi in compost, un fertilizzante naturale simile all’humus. Il decreto vieta i sacchetti con aggiunta di additivi e prevede multe da 2500 a 25000 euro per i trasgressori. Le buste di plastica tradizionali si possono ancora produrre, purché abbiano un certo spessore e siano riutilizzabili.
Il decreto-legge emanato dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini aggiorna il divieto di commercializzare le vecchie buste in polietilene, introdotto il primo gennaio 2011. Con il provvedimento, già previsto nella Finanziaria 2007 ma entrato in vigore solo quattro anni più tardi, l’Italia si è adeguata alle altre nazioni che da tempo avevano vietato gli involucri inquinanti. La norma, tuttavia, non è stata seguita dai decreti attuativi che avrebbero dovuto fissare le modalità con cui realizzare il passaggio alle buste ‘bio’. Così i cambiamenti sono stati affidati solo alla buona volontà dei negozianti sensibili al tema ambientale...(CONTINUA)
di erika tomasicchio (KataWeb)