I testi dei Cure sono stati inni autentici di una crisi dovuta al disorientamento prodotto dal vuoto di prospettive e dal conformismo degli anni Ottanta.
Nell'aprile 1977, la casa discografica tedesca Hansa Records, che lavora al di fuori delle grandi corporations, organizzò dei provini per scovare nuove leve: quattro ragazzi chiamati ‘’Easy Cure’’ vi parteciparono e ottennero un contratto discografico. Successivamente, il gruppo rescinderà il contratto perché i ragazzi erano stanchi di dover accontentare l’etichetta cimentandosi solo in cover di famosi testi.
Un ragazzo lascerà la band e i tre rimasti decideranno di cambiare nome perché, come affermò il leader Robert Smith: "Avevo sempre pensato che Easy Cure suonasse un po' hippy; ogni gruppo che ci piaceva aveva il 'the' davanti, ma The Easy Cure sembrava stupido, così l’abbiamo cambiato semplicemente in The Cure.
La band sfonderà attraverso una classica formula rock: Robert Smith (chitarra), Michael Dempsey (basso), Lol Tolhurst (batteria). Era un'epoca punk e la musica dei Cure risentirà di questa influenza, contaminandola con la melodia pop e realizzando canzoni brillanti, brevi, orecchiabili.
Il carismatico leader del gruppo, Robert Smith, nacque a Blackpool nel 1959. Sognava di diventare uno scrittore e aveva giurato che si sarebbe suicidato prima del venticinquesimo anno di età. Ma, dopo il venticinquesimo compleanno, si era corretto affermando che si era reso conto di aver combinato qualcosa di importante nella vita e che, quindi, valeva la pena continuare a vivere!
I Cure vengono spesso definiti come appartenenti al genere gothic rock per via della loro immagine triste e decadente dei primi anni Ottanta (quando ottennero popolarità grazie all'album "Pornography"), oltre che a causa della forte componente emozionale delle loro canzoni.
L'album Seventeen Seconds ('80) presenta atmosfere più cupe e gli assoli di chitarra echeggiano nel vuoto, nel quale si sente in modo incostante la voce di Smith, come un lamento di un altro mondo. È il disco che celebra i Cure più noti, nonché la canzone che più li rappresenta, "A Forest", è un irresistibile saliscendi di chitarra e basso che si perdono in un assolo che si attorciglia su se stesso.